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Il mare blu della Sardegna visto dall'alto tra le fessure di un arco in pietra

Sardegna selvaggia, la terra dei centenari con il mare più bello del mondo

Con questo itinerario vi porteremo nell’isola che amiamo di più: la Sardegna selvaggia, regione di centenari e di acque cristalline

La Sardegna selvaggia in meno di una settimana

Molti pensano che avventurarsi nella Sardegna selvaggia possa richiedere molto tempo, per via delle strade limitate ed impegnative. Questo è parzialmente vero. Pertanto, siamo certi che l’itinerario proposto, di durata inferiore ad una settimana, renderà memorabile la vostra permanenza nella Sardegna selvaggia ed incontaminata.

Nel cuore della Sardegna selvaggia, dalla Marmilla alla Barbagia

Il nostro itinerario alla scoperta della Sardegna selvaggia parte dalla Marmilla, bella regione dalle dolci e morbide colline situata nella parte centromeridionale dell’isola

Il complesso nuragico di Barumini Su Nuraxi: Patrimonio dell’Unesco

La prima tappa è Barumini, nelle cui immediate vicinanze potremo visitare il complesso nuragico, uno dei più importanti siti archeologici del Mediterraneo: Su Nuraxi, per sua importanza e valenza storica, è stato infatti riconosciuto dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità nel 1997.

Barumini, Sardegna, Italia. Vista del complesso preistorico nuragico di Su Nuraxi di Barumini, Patrimonio del UNESCO
Il complesso preistorico nuragico Su Nuraxi di Barumini, Patrimonio del UNESCO

I cavallini della Giara di Gesturi: unici in Europa

Subito dopo, fatti pochi km, si arriva a Gesturi da cui sale una strada che ci porta in un altopiano denominato la Giara di Gesturi. Se vi siete procurati una mappa dell’altopiano oppure volete usufruire di una guida locale, potrete esplorare questa caratteristica zona alla ricerca degli originali cavallini che qui vi dimorano, considerati gli unici cavalli realmente selvaggi in Europa.

I cavallini della Giara, unici in Europa
I cavallini della Giara, gli unici selvatici n Europa

In Barbagia: la Sardegna selvaggia che ti sorprenderà

Ci si inoltra ora verso la Barbagia, vasta regione montuosa della Sardegna centrale che si estende sui fianchi del massiccio del Gennargentu. Percorriamo circa 60 km passando per Nuragus, Genoni, Laconi (qui merita una sosta il parco Aymerich), attraversando poi i grandi boschi di castagni in prossimità di Aritzo e Desulo, antico borgo montanaro caratterizzato da tradizioni secolari, dove faremo la sosta notturna.

Il portone ad arco antico di una casa in pietra della Sardegna
Una tipica casa in pietra della Sardegna

Il giorno successivo l’itinerario ci porta verso il mare, la splendida e selvaggia costa centro-orientale della Sardegna.

I circa 120 km che percorreremo sono tutti in montagna e perciò impegnativi, ma gli scenari selvaggi ben ricompensano questo tratto di strada.

Dopo aver superato Fonni, il paese a maggior altitudine dell’isola, arriviamo a Mamoiada dove è assai interessante una visita al museo delle maschere. Il Carnevale infatti, particolarmente da queste parti, è vissuto intensamente e le maschere barbaricine ne sono una della espressioni più note ed originali.

Passata Orgosolo, con i suoi originali dipinti murali, si raggiunge Oliena, ai piedi del caratteristico monte Corrasi, nel cui territorio è situata la fonte de Su Gologone, in uno scenario naturale selvaggio ed affascinante. Oltre Dorgali, una ripida discesa ci porta a Cala Gonone, ben noto sito turistico con tanti hotel e ristoranti.

Nel Blu della Costa Centro Orientale della Sardegna

Il Selvaggio Blu ed il mare più bello del mondo

Il terzo giorno non prevede trasferimenti a terra. E’ infatti quasi obbligatorio prendere posto in uno dei tanti barconi che al mattino trasportano i turisti in un itinerario che tocca luoghi e spiagge assolutamente indimenticabili, inaccessibili da mezzi terrestri se non attraverso un impegnativo sentiero di trekking conosciuto dagli appassionati come “Selvaggio blu”.

La meravigliosa cala Goloritzè con la guglia sullo sfondo
Cala Goloritzè con la sua guglia in risalto

La visita delle grotte del Bue Marino, la vista di Cala Goloritzè, le soste a Cala Luna e a Cala Mariolu sono le tappe più esaltanti di questa escursione, in una intera giornata che ricorderete per il colore e la trasparenza del mare, per la bellezza selvaggia delle sue spiagge e per quel mix di sensazioni che sono note come “mal di Sardegna”, che vi convincerà a ritornare presto in questa terra!

Da Dorgali ad Arbatax

Riprendendo il 4° giorno il nostro itinerario, non mancheranno altri momenti emozionanti. La strada che da Dorgali ci porterà ad Arbatax si sviluppa in un altopiano di grande solitudine e rara bellezza.

Nei pressi di Genna Silana, un passo di montagna ad oltre 1.000 metri sul mare, si incontra in fondo, nel lato destro della strada, la gola di Su Gorroppu, una spettacolare fenditura aperta nelle rocce calcaree: dovremmo trovare delle guide che ci accompagnano lì in fondo, passando per un percorso angusto ma certamente affascinante.

Nei pressi di Baunei, qualche decina di km più avanti, potremo fare una breve deviazione verso il mare dove ammirare lo scenario da Punta Pedra Longa, per poi fare una sosta nelle splendide spiagge di Santa Maria Navarrese, ornate da fresche pinete.

Il mare turchese della Sardegna da dentro una grotta
Il mare turchese della Sardegna e le sue grotte

L’ultima tratta dell’itinerario odierno ci porta ad Arbatax, in un recente passato piccolo centro di pescatori ed ora località turistica.

Verso Ulassai nell’incontaminata Sardegna selvaggia dei centenari

Nell’ultimo giorno di questo itinerario, i circa 150 km che separano Arbatax dal rientro in Marmilla si percorrono in circa 3,5-4 ore per la curvosità del percorso, ma attraversano una zona selvaggia e scarsamente abitata dove la natura è sovrana.

Passati Tortolì e Lanusei, i panorami offerti all’altezza di Gairo sono unici.

Molto suggestivo è infatti l’ambiente circostante ricco di boschi e di ”tacchi” calcarei tra cui spicca il monumento naturale di ”Perda ‘e Liana”, maestoso monte la cui singolare mole, con i suoi 1297 mt., domina una vasta area del Gennargentu. Una deviazione ci permette una sosta ad Ulassai per la visita delle grotte di Su Marmuri, in un anfiteatro roccioso impressionante. Potremo poi fermarci nel grazioso paesino di Sadali per rinfrescarci in prossimità della cascata di San Valentino, che nel periodo feudale alimentava i mulini del paese.

Il paese di Ulassai visto dalla fessura della montagna
Ulassai in tutto il suo splendore

Il nostro itinerario nella Sardegna selvaggia è terminato, ma state pur certi che le tante bellezze osservate rimarranno indelebili nei vostri occhi per tanto tempo!

La Sardegna selvaggia in modo alternativo

Potrete scoprire l’itinerario proposto in tanti modi diversi, ma percorrerlo con un camper in affitto sarà certamente la soluzione migliore per vivere intensamente i posti, la gente e la natura incontaminata di questa meravigliosa zona della Sardegna!

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